Attilio Melo
Veneto, ma milanese di adozione, nasce a Padova nel 1917 da una famiglia veneziana d’artisti. Si trasferisce a Milano, frequenta l’Accademia di Brera e inizia giovanissimo la sua attività di pittore sotto la guida del padre, apprezzato affreschista e studioso di Tiepolo e Guardi. A soli diciotto anni comincia a dedicarsi professionalmente all’arte del ritratto.
Durante la sua lunga e brillante carriera hanno, tra gli altri, posato per lui: tra i politici, Alcide De Gasperi, Giovanni Gronchi, i Presidenti della Corte di Cassazione. Nel mondo dello spettacolo, della musica e del teatro spiccano, tra i molti, i nomi di Ingrid Bergman, Frank Sinatra, Sophia Loren, Vittorio Gassman, Valentina Cortese, Liliana Cosi, Renzo Arbore. I ritratti di Giorgio Strelher e Rudolf Nureyev si trovano al Museo Teatrale della Scala, il dipinto del maestro Arturo Toscanini alla Filarmonica di Los Angeles e quello del Cardinale Martini a Gerusalemme. Innumerevoli sono i suoi ritratti di famiglie nobili e borghesi europee.
L’attività di paesaggista lo porta a visitare e dipingere numerosi luoghi e città in Europa (Bretagna, Normandia, Spagna, Londra, Parigi) e negli Stati Uniti (New York). Ha dedicato una parte importante del suo lavoro al paesaggio italiano, in particolare a Milano ed a Venezia, sua terra d’origine e di ispirazione pittorica.
E’ stato ufficialmente invitato dalla regina Elisabetta II alla mostra annuale organizzata dalla Royal Academy of Portrait.
Attilio Melo, cittadino benemerito di Milano, si è spento il 6 agosto 2012. È sepolto al Cimitero Monumentale nel cui Famedio è iscritto fra i personaggi illustri della città.
Istantanee di una vita...
« La somiglianza non basta per fare un buon ritratto. Bisogna cogliere la personalità.
Altrimenti non si fa il ritrattista, ma l’imbalsamatore. »
Altrimenti non si fa il ritrattista, ma l’imbalsamatore. »
Il Ritrattista
È naturale che un pittore per il quale il mondo esterno esiste, sia stato fortemente attratto dalla figura umana, oggi così bistrattata. (…), queste immagi ci vengono incontro dalla tela con una immediatezza, con una rapida spontaneità che non esclude l’approfondimento psicologico. (leggi tutto)
Enrico Piceni
Da "Attilio Melo", Amilcare Pizzi Editore, Milano, 1974.
«Venezia (...), continuo a pormi il problema di rendere nei miei quadri
l'atmosfera gioiosa o malinconica delle sue stagioni ».
Il Paesaggista
L’artista (...) si muove nella perennità della tradizione, che non va confusa con l’iterazione inerte, con l’ossequio accademico, od esagerato. I modelli, spesso sublimi, che impreziosiscono i palazzi le chiese, le dimore della sua terra, gli sono entrati negli occhi con la vita, hanno impressionato la sua giovane sensibilità.
Così, il paesaggio che ha respirato mentre s’apriva allo spettacolo del mondo e che poi s’è portato dentro, in giro per il mondo, a Parigi, a Londra, a Nuova York, con le sue costanti morali oltre che estetiche, gli ha consentito di scoprire il segreto di cieli e mari, città e campagne diversi, fissandone i caratteri specifici, suggerendone lo spirito. (leggi tutto)
Alberico Sala
Da "Attilio Melo, dialogo con la natura", Quaderni della linea Ponte Rosso, Orlando Consonni Editore, Milano, 1991.